IL BENE E IL MALE

 

 

Ho scritto questo racconto cercando di immaginare una lotta tra il bene e il male.

Certamente è un brano viosionario, ma sono queste le immagini che ho avuto nella

mente.

 

 

 

 

 

 

Dalle nebbie di antiche albe ormai spente, dove si annulla la temporalità.

l’oscuro cavaliere irrompe ghignante, con monumentale tetra fierezza.

Non nitidi contorni la sua delineante figura, ma solo sfumate sensazioni

che svaniscono diradando. Spinosi semi di angoscia, rilascia il suo lento

e solenne incedere.

Granitico blocco dagli occhi di brace, in groppa al suo destriero, di nero

bardato, con finimenti che destano meraviglie, memori battaglie

immortalate nel cuoio da abili artisti, narratori in rilievo di epici ricordi.

Un brusio irreale, ambascia la sua venuta, è il ronzio del silenzio, o il

pessimista vaticinio di profetiche sibille, che giunge filtrato da un alone

di denso fumo, crogiolo di lamenti di tutte le epoche?.

Non ci sono perchè che scuotono la sua mente, il rimorso, nel suo mondo,

è un male che non gli appartiene, un cibo melmoso dal sapore di fiele,

che fiacca le membra.

Un improvviso senso di inquietudine, seguito da un grugnito di

consapevole disappunto, blocca il suo incedere, facendogli focalizzare

uno spicchio di orizzonte, dove una bianchissima luce, è premonitrice

messaggera di una sfida che si rinnova da sempre.

Quando la distanza, permette una indagatrice visione, un bianco cavaliere

incanta lo sguardo.

Luce che abbaglia, contorna altra luce.

Occhi di acquamarina, aprono a bagliori di vaste serenità, ove nenie

d’incanto, abbattono timori.

Non freddo metallo l’armatura che lo carezza, ma quasi tessuto,

intrecciato da leggendari telai, con i solidi fili di eterni amori.

Sembra evanescente lo scudo fedele, ma nulla scalfisce i suoi incisi

sentimenti,  a memori imprese di vecchie epopee, annunciati trionfi su di

un male che resa non concepisce.

Il suo candido amico, con fiero nitrito, arresta nei pressi dell’opposto, il

passo leggero, che sfiora la terra.

Frontali opposti sentimenti, sono ora i loro incarnati simbolismi, fedeli

rappresentazioni di un eterno dualismo.

Un occulto segnale, sprona la contesa, intensi momenti di piccole eternità,

colpi non risparmiati e vibrati con la forza che è propria di un destino che

ha già deciso. Immane magia emana lo spettacolo dell’agone, che agli

umani occhi non è possibile ammirare, perchè non di loro comprensione,

è l’atto rappresentato.

La luce sconfigge il buio, è una legge universale, una certezza che anima

i cuori in balia di sgradite tristezze, un seme da coltivare con il concime

della speranza, anche se queste battaglie, avranno tate repliche, sino a

quella finale, quando la luminosità dei buoni sentimenti, sedrà per sempre,

sul trono dell’eternità.

 

 

Vito